FAVOLA SCRITTA DA SALVATORE
Il pennello vanitoso e la tempera
Era un mattino di
marzo, l’albero della scuola era fiorito e il cielo era sereno.
Intorno alle 11: 00, i bambini
andarono in giardino per la ricreazione, lasciando sui banchi tempere di
tanti colori.
Sul primo banco c’era il pennello Leonardo
che vide sull’ultimo la tempera RosaLina.
Se ne innamorò e desiderò conoscerla.
Lui era molto vanitoso, per le sue setole morbide e la punta tonda, voleva a tutti i costi essere incantevole ai suoi
occhi. Per questo cominciò a colorarsi di tutti i colori . E quando GommaFila, una compagna di Rosalina, gli disse di non sprecare i colori, spargendoli sui banchi, lui
rispose che era gelosa perché era povera e non aveva tante tempere come lui e
che inoltre lui con i suoi colori faceva quel che voleva.
L’amica gli disse: - Guarda che un giorno o l’altro tu
finirai i colori. E se ne andò triste.
RosaLina, vedendo il comportamento di Leonardo verso la sua
amica, rimase talmente delusa che non volle più vederlo.
Leonardo continuò a non avere cura delle tempere e così , una dopo l’altra, le gettò nel
cestino con ancora tanto colore da donare.
Ma, Leonardo ogni giorno diventava sempre più
triste.
GommaFila ritornò da lui e gli disse che avere tante tempere e
poi gettarle non lo rendeva felice.
Questa
volta Leonardo accettò il consiglio
dell’amica e usò i colori con grande
attenzione. Cominciò ad ammirare le sfumature, realizzate con le ultime gocce
rimaste da ogni tempera. Così organizzò una mostra delle sue opere fatte con la
tempera RosaLina.
INSEGNAMENTO
Il pennello aveva imparato che, quando
si usano le cose non si possono trasformarle in oggetti da consumare a proprio
piacimento, ma bisogna utilizzarle in modo più rispettoso.